top of page

FAQ

 

ovvero: le domande che ci fanno più spesso.
Curiosità, metodo di lavoro e garanzie dal mondo dei ghostwriter italiani più bravi dell'Universo.

> Quindi, cos'è che fate?

Pensa a un libro: il tuo. Attendi 30 giorni e lo riceverai finito, impaginato, pronto per la tipografia.

> Così semplice?

Sì. 

> Perché dovrei farmi scrivere un libro?

Perché nell'epoca delle lauree via internet, comprare titoli è alla portata di tutti. Per questo i curriculum non li legge più nessuno. Un libro con il tuo nome in copertina è il miglior biglietto da visita che tu possa avere per promuovere la tua idea, la tua identità, il tuo progetto, te stesso.

> Perché dovrei farmi scrivere un libro DA VOI?

Perché nel nostro network ci sono i migliori scrittori d'Italia.

> Vabbè. Sembra esagerato. E poi questo lo dicono tutti. 
Quasi nessuno può dimostrare di esserlo, però.

 

> Per chi avete scritto? 
Le referenze dei lavori che portano il nostro nome nei ringraziamenti sono disponibili a chiunque ne faccia richiesta. 

Un centinaio di persone ci corteggia, ogni anno. Scegliamo di collaborare solo con una minima parte di questi. Lo stratosferico livello di qualità che viene richiesta alle nostre opere non ci consente di puntare sulla quantità - né è nostra intenzione farlo, mai.

Abbiamo l'opportunità di fare il mestiere più bello del mondo, e non la sciupiamo prendendo lavori che non ci entusiasmano. 

 

> Ma a me interessano gli altri, quelli famosi. Non lo dirò a nessuno. Mi serve solo per capire se fate al caso mio. 
Non possiamo rivelarlo. A nessuno, mai.

 

> E come faccio allora a capire se siete davvero così bravi come dite?
Hai due modi. Puoi metterci alla prova, richiedendo un assaggio delle nostre capacità. L'altro modo è conoscerci, parlarci, sentire-vedere-toccare come lavoriamo. E quanto. Entrambi questi metodi, fino ad ora, sono risultati infallibili.

> Come diamine fate a consegnare un libro in un mese? 

Team work. Hard work.
Lavoriamo dodici ore al giorno, sempre sullo stesso testo. Domeniche incluse. Grazie a colli curvi e a compromissioni definitive L5-S1, possiamo arrivare a 80mila parole in due settimane. Gli altri quindici ci servono per rivedere, sistemare, amalgamare. Più l'impaginazione e la copertina. Poi scompariamo dietro le parole, lasciando a te l'onere di fare tuo il testo.

> Ma sono proprio trenta-trenta o c'è un trucchetto?
Nessun trucchetto. Trenta giorni di scrittura. A partire dalla mezzanotte successiva all'approvazione dell'architettura. 

 

> Ma a me serve un libro, non un tinello nuovo.
L'architettura di un libro è la sua struttura, l'insieme delle caratteristiche che lo renderanno così com'è. L'elenco dei personaggi, la sinossi generale, la divisione in capitoli, lo storyboard, lo stile e le licenze ammesse. Solo allora possiamo cominciare a scrivere. E sì, ci mettiamo trenta giorni. 

 

> Secondo me fate copia e incolla. O ce li avete già scritti. O ve li fate scrivere in Cina e li traducete con Google Translate. 
Nessuna delle tre. Abbiamo lavorato e lavoriamo per persone che a cui non è concessa la possibilità di fallire e/o tollerare errori o negligenze. Persone che possono farci chiudere la baracca con un clic di mouse e un paio di telefonate.

> Sembra minaccioso. 
Lo è.

> Perché lo fate, allora?
Prova a chiedere a Usain Bolt perché corre.

 

> Siete quelli della televisione?
Regola numero uno: se vai in giro a dire di essere un Ghostwriter, evidentemente non sei un Ghostwriter. Non di quelli che contano, almeno. A meno che non ti piaccia avere telecamere e giornalisti fin dentro il bagno di casa. 

 

> Che fate di mestiere, oltre a questo? 
Il nostro lavoro è questo. Full time. Non è un hobby, non un passatempo. Tra scoliosi e artrosi, viviamo così. 

 

> È un mestiere difficile?
Chiedi a Bolt.

> Lavorate per qualche casa editrice? 
Dio ce ne scampi. 

> Perché non lavorate per qualche casa editrice?
Perché la nostra categoria di previdenza sociale ci ricorda ogni giorno che la nostra occupazione si può descrivere con due parole meravigliose: Liberi, e Professionisti. 

> Perché scrivete libri per altri, invece di scrivere i vostri? 
Stare dietro le quinte è la parte più divertente del mestiere. Vedere le proprie creature crescere in visibilità, numeri, guadagni, oltre al conto in banca, insuffla l'ego. 

Ma il motivo è soprattutto un altro, ed è questione di sostanza: noi non siamo quelli che vogliono andare da Fazio; noi scriviamo libri. Sono due mestieri diversi: e chi fa l'uno, di solito non ha il tempo di fare l'altro. La carriera pubblica di una persona che vive nel mondo e nel mercato editoriale è qualcosa di molto lontano da quello che amiamo fare (scrivere!), ed è per questo che non la pratichiamo. 


Chiunque abbia vissuto con noi anche solo cinque minuti di una delle folli giornate di lavoro da fantasmi, ha smesso di farci questa domanda. 

> Non è che siete solo delle schiappe? 
Chiedilo ai nostri commercialisti. 

> Ormai nessuno legge, in Italia. 
Dopo un ventennio di crisi mozzafiato dell'editoria, in Italia si ricomincia a leggere. Ma i libri non servono a guadagnare: sono e resteranno per molti anni ancora  l'oggetto che più di ogni altro delinea status e aspirazioni.  Chi vuole che il mondo abbia di lui una certa idea, non ha da fare altro che scrivere un libro. 

> Non rientrerò mai con le spese.
Se il tuo scopo è pagare le bollette dei prossimi due mesi, meglio cambiare settore. Se punti in alto, non c'è nemmeno da chiedersi se è un investimento valido oppure no. Guarda chi scrive libri in Italia, e chiediti perché. 

> Su quanti testi lavorate in contemporanea, ogni mese?
Solo uno, il tuo. Ogni squadra di scrittori e revisori (a seconda del progetto) si concentra solo ed esclusivamente su una singola opera. È la differenza tra fare molte cose a casaccio, e farne poche di qualità altissima.

> Come si misura la qualità di un libro, scusa?
In tanti modi. Dando per scontati grammatica e stile, il tuo libro deve essere un prodotto credibile. Sia l'editore, che il lettore, dovranno pensare che questo sia il TUO libro. Se sei un calciatore non parleremo di metafisica. Solo così - sia il lettore che l'editore - investiranno su di te.

> Una volta che ho scritto allora, come faccio a contattare un editore per vendergli il libro?
Non ci occupiamo di questo. Non siamo agenti letterari. Costruiamo Ferrari, non siamo la concessionaria che le vende. Ma possiamo aiutarti: abbiamo le nostre buone conoscenze, e una volta ricevuto il libro, non ti resterà che stamparlo (sette euro a copia - più o meno) e inviarlo con una buona lettera di presentazione sia del testo che dell'autore. Possiamo scrivere pure quella, se vuoi. 

> È legale firmare un libro che ha scritto qualcun altro?
Sì.

> È eticamente corretto firmare un libro che ha scritto qualcun altro?
Sì, per diverse ragioni. La prima è che non abbiamo scritto il Mein Kampf, né The Art of the Deal, quindi non ci sentiamo responsabili per nessuno dei disastri che hanno sconvolto il pianeta fin qui. Un'altra ragione è che non scriviamo libri per personaggi a caso: abbiamo le nostre preferenze. E la principale motivazione per cui un professionista sceglie di prendersi cura della propria immagine con un nostro libro, è la mancanza di tempo. Non di voglia, né di capacità. 

> Chi altri saprà che il mio libro l'avete scritto voi?
Nessuno. Non le nostre mogli, né i nostri mariti, né i figli o i cani. Le nostre zie  sono orgogliose di noi comunque, anche senza sapere che quel libro lì, in televisione, l'abbiamo scritto noi. Il nostro silenzio non è solo un obbligo morale, ma una clausola del contratto che firmeremo.  

> E se dovesse farmi schifo quello che avete scritto?
Non è mai successo, e non c'è alcun motivo per cui debba succedere: non scriviamo cose che fanno schifo. In ogni caso, il contratto prevede un numero limitato di revisioni che puoi richiedere e che noi - com'è giusto che sia - faremo. Durante il nostro mese di ingaggio, inoltre, i nostri contatti saranno continui (se il tuo lavoro lo consente). 

> Quanto devo scrivere, io?
Quanto puoi. Scriviamo con quello che abbiamo. Ci basta pure niente.

> Niente niente? 
Bastano nome e cognome in calce al contratto.


> Come fate a scrivere proprio come vorrei io?
Siamo bravi, ma non inventiamo nulla. Scrivere su commissione è un mestiere artigianale: come il sarto. Abbiamo bisogno di conoscerti, prendere le misure, discutere i tuoi gusti, approfondire almeno quanto te l'argomento che vorrai trattare, con tutta la letteratura che ci è possibile. Solo a quel punto digitiamo la prima parola. 

> Devo elencarvi tutte queste cose?
Tieniti libero un paio di giorni in agenda. Abbiamo bisogno di interviste. 

> Di persona, o via Skype?
Lo decidiamo insieme, a seconda della convenienza e della disponibilità. 

> Di chi sono i diritti del libro che mi venderete?
I tuoi. Per sempre. 

> Le tariffe, però, sono alte. 
Ci sono altri Ghostwriter in Italia.

> Però non sono bravi come voi, che fate tanto gli sboroni.
Chiedilo ai loro commercialisti. 

> Se ve ne commissiono tre, mi fate lo sconto? 
Non esiste economia di scala in questo mestiere. Non abbiamo roba surgelata da propinarti. Non esiste un ingrosso di parole. Scrivere tre libri significa un impegno intellettuale, professionale e fisico tre volte superiore. È tre volte più difficile.

> Quindi niente sconto.  
Conosciamoci. Ma ricorda che non siamo al mercato comunale: trattare sul prezzo non è una prerogativa delle nostre committenze. Se la parola sconto dovesse essere pronunciata entro le prime quindici interazioni, il nostro regolamento interno ci autorizza ad attaccare la chiamata o abbandonare l'incontro. Il caffè è già pagato.

> Ma io non ce li ho tutti quei soldi. 
Falli. Oppure considera una delle alternative, come il mentoring, il corso di scrittura dal risultato garantito.

> Non è che poi alle prime diecimila copie vendute venite a suonare al citofono? 
Nemmeno per sogno: oltre alla nostra tariffa, non vogliamo più nemmeno un centesimo. Il nostro lavoro inizia con l'acconto e finisce con il saldo, alla consegna del testo impaginato e pronto per la consegna all'editore. Se vuoi non ci sentiremo mai più. Molto più probabilmente, sarai tu a suonare da noi per farti scrivere il secondo libro.

> Dove siete? 
In tutta Italia. E in Uk. Dalle arancine al fish & chips. 

Mettere insieme il nostro network è stato il  risultato di una lunga e difficile impresa di talent-scouting tra le migliori penne d'Italia. 

> Vi posso conoscere? 
Se decideremo di collaborare insieme a te, ci conosceremo. Eccome. 

bottom of page